Hai ragione, collega,scusami, avrei dovuto mettere la traduzione in italiano. Comunque rimedio subito. Senza fare troppi preamboli sulla triste e rassegnata condizione, nel passato ( e forse ancora attuale) del cilentano, sappi che costui con poche e scarne parole esprimeva concetti che forse non sarebbe bastato un trattato per spiegarli.Il detto in questione parte dall'osservazione empirica di fatti di vita vissuta, laddove il contadino, nell'usare l'unico mezzo di trasporto allora a sua disposizione ( il/i ciuccio/i appunto), notava come i testardi animali che in coppia trainavano il carretto, spesso non concordavano sulla direzione da seguire, dirigendosi a destra l'uno, l'altro a manca. Comprenderai bene che, essendo vincolati dal giogo al carro, i simpatici animali con il loro dispettoso ed a tratti litigioso modo di procedere, provocavano al carro succitato una serie di scossoni e sussulti che molto spesso si traducevano in rovinosi sballottamenti per la preziosa merce trasportata, i varrili ( leggasi barili), che giocoforza si rompevano. Questo, in sintesi, il significato del detto. Il senso credo l'avrai già capito da te. Resto a tua disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti, qualora la mia spiegazione sia stata troppo superficiale. Saluti. Leonardo Giambattista Venneri
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