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articolo messaggero GAMMALDI ANTONIO 8 Giugno 2010 19:01
La farmacia-bancomat
Più di una volta la stampa ha descritto la farmacia come il “bancomat dei tossicodipendenti”. La
facilità di accesso, l'orario di apertura spesso continuato, la preponderante presenza di addetti
di sesso femminile sono i condimenti che rendono appetitosa la pietanza-farmacia all'affamato
di soldi. Magari pochi, ma facili. Quello che non si poteva immaginare è che anche da parte del
Governo venissimo considerati un semplice mezzo di alimentazione finanziaria. Le indagini
condotte presso il cittadino ci danno al vertice di gradimento tra i servizi sanitari e non c'è
esponente politico che non si spertichi nelle lodi di questo professionista che offre la sua opera
365 giorni – e notti! - all'anno, spesso in situazioni di disagio economico e sociale. Non c'è
paesino sperduto o isoletta privi della farmacia, aperta e disponibile come era un tempo il
Medico Condotto. Malgrado questo, invece di sostenere e incentivare questo baluardo
sanitario, gli interventi governativi anti-crisi sono indirizzati alla soppressione del servizio
farmaceutico come siamo abituati a conoscere. A morte la piccola farmacia diffusa e capillare,
viva il mega centro socio-sanitario dove tra un'aspirina e l'altra si potranno estirpare calli e fare
massaggi. Non so quanto i malati e gli anziani saranno contenti, ma la scure del Ministro è
come la falce di Sorella Morte: non guarda in faccia nessuno, se poi sei debole e vulnerabile,
pazienza. Se hai i soldi, alla lontana farmacia mandi la badante in macchina e il problema è
risolto. Siamo in crisi, ci dicono, quindi dove andare a reperire risorse economiche? Al
bancomat-farmacia, naturalmente e contrariamente a tossici, non ci si contenta di poco. La
spesa per i farmaci venduti in farmacia è in calo continuo da anni, è tracciabile e controllata. La
spesa per i farmaci distribuiti in ospedale ha sforato quest'anno del 70% il tetto previsto, in
televisione ci dicono che in ospedale il prezzo di alcuni farmaci è aumentato di venti volte
rispetto allo scorso anno, nelle corsie dei reparti non c'è controllo e monitoraggio dell' utilizzo –
e quindi della spesa – delle medicine. E' il vecchio sistema tutto italiano di spremere le fonti
certe – lavoro dipendente e pensioni – invece che avventurarsi a porre ordine nella giungla
degli sprechi o dell'evasione fiscale. Peccato che la farmacia, ora che si stava abituando a
vivere d'aria, rischi di morire come l'asino della storiella del nonno.
( www.ilmessaggero.it 7 giugno 2010)
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