Leggendo le parole della collega, rivedo ogni singola giornata della corrente estate.
Aggiungerei, agli episodi narrati, una minaccia di denuncia per non applicare lo "sconto obbligatorio del 20%" sui farmaci non mutuabili.
Si, perchè quando si chiede una ricetta, questa è solo quella "della mutua". Non esiste alcun altro tipo di ricetta medica necessaria, quando il prodotto richiesto "non lo passa la mutua".
Per non parlare dell'assenza di fidelity card su cui caricare ogni tipo di spesa effettuta in farmacia al fine di ritirare un regalo, magari un farmaco.
E cosa dire del rimprovero di un cliente che ha pagato un OTC ben 30 centesimi in più di quanto non lo paghi a Portici. Vano è risultato ogni tipo di spiegazione del perchè uno sconto LECITO possa essere applicato diversamente fra una farmacia di paese e una di città (per altro, una cittadina con la più alta densità di popolazione al mondo). La risposta, arida, del cliente è stata che se qualcuno pratica degli sconti di una certa entità è perchè, evidentemente, ci sono i margini.
C'è da fare più di una riflessione su tutto quanto è di routine nelle realtà urbane (e , per fortuna, non in tutte).
Personalmente ritengo che il tutto appartenga a una stortura del sistema della concorrenza tanto auspicata su diversi fronti, ma ingiustamente richiesta anche dal settore della dispensazione del farmaco.
Se in realtà, come quelle del napoletanto, le farmacie sono praticamente affiancate, si comprende come si scatenino meccanismi concorrenziali che niente hanno a che vedere con la stessa natura della farmacia, per non parlare della salute pubblica.
In più, nella realtà odierna, il cittadino consumatore (ahimè, anche di farmaci) è al centro dell'attenzione, per cui ogni agevolazione che lo investa è vista di buon occhio, che il tutto sia o meno a discapito della sua salute poco importa.
La classe politica si regola di conseguenza.
Le conclusioni a cui si arriva sono ben note e sono al vaglio del parlamento...
L'azzeramento auspicato nella risposta alla presente discussione, per quanto auspicabile, è ben poco praticabile, per cui ritengo sarebbe opportuno un sistema di autocontrollo della categoria, la fine di non vanificare gli sforzi che si stanno facendo per difendere l'immagine dell'istituzione della farmacia e dei titolari.
Anche nelle piccole realtà come quelle di paese, infatti, capita che qualche collega rinunci a percepire un ticket su una ricetta "pesante", screditando chi, nella esazione di un ticket, vede ancora un atto professionale.
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